Ti invito, solo se non condividi

Mentre il mondo si interroga sull’uso del web 2.0 per comunicare e fare nuovo giornalismo, o almeno sulle nuove forme di produzione di notizie nell’era di Internet diffuso e mobile, il mondo bene si domanda come evitare di finire sparato in prima pagina su siti, sitarelli, linee di Twitt o profili Faccialibro.

Che la sbornia di condivisione stesse arrivando al limite di sopportazione era noto, tra diffusione di cellulari e profili di Social Network, praticamente ogni aspetto della nostra vita finisce online. Talvolta anche nostro malgrado.

Gli ambienti bene newyorkesi si muovono in direzione di una ferrea regolamentazione di questi aspetti di socialità sfuggiti al controllo.
Proliferano le feste e i luoghi di raduno in cui è espressamente vietato usare Smartphone e cellulari per aggiornare Blog o postare su Twitter. Una pratica da associare anche alla sempre più diffusa consuetudine di limitare l’uso degli apparecchi elettronici e telematici a nostra disposizione (unplugged day) per una giornata a settimana, per riscoprire i piaceri di una vita non connessa.
Onestamente non saprei come collocarmi tra le due correnti, il sempre connesso e il fuggitivo dalla iper esposizione ai nuovi media. Però l’unplugged day lo voglio far mio.
Non potrà che essere relegato al fine settimana, causa lavoro che svolgo, ma sicuramente sarà piacevole avere una giornata lontana da schermi retroilluminati e senza quella pulsione, sempre più frequente di fotografare/attivare iPhone/ geotaggare etc etc che deriva dall’avere una connessione sempre attiva e una serie di gadget capaci di interfacciarsi ai vari profili online posseduti.

E cmq, occhio agli inviti. Sia mai che blogghiate un evento Blog Free…

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Google allarga i confini di Gmail

Il video dimostrativo, rigorosamente in inglese, illustra quali sono gli obiettivi del nuovo servizio Google Buzz introdotto da Google solo nei giorni scorsi ed ancora in via di sviluppo (quindi in progressiva messa a disposizione per gli utenti Gmail già attivi e per quelli a venire. Era necessario introdurre il servizio all’interno della piattaforma di posta elettronica della casa di Mountain View? Gli utenti Gmail, passati alla posta elettronica di Google per avere un servizio efficiente, veloce e funzionale, trarranno giovamento da questo nuovo strumento?

Interrogativi legittimi, la cui risposta passa per un allargamento della visione strategica dell’intero panorama web e non solo facendo le pulci alle scelte della grande G.
Il panorama dei servizi interattivi sul web si va ampliando ogni giorno di esigenze nuove. Gli utenti cominciano a godere delle piattaforme omnicomprensive che consentono loro di operare da un sito che conoscono, di cui si fidano e cui affidano buona parte di quel patrimonio inestimabile che sono i propri dati personali, per aprirsi al mondo.

Il successo di Facebook o di altri Social Network, risiede tutto in questa magica alchimia di elementi: servizi, ambiente rassicurante, facilità di rete con altri utenti. Stare su Facebook, al di là del mero sfoggio di foto piacione o video divertenti, test invadenti o richieste di applicazioni improbabili, risiede tutto nel fornire una piattaforma che consente di raccordarsi con gli amici, ritrovare i conoscenti, avviare nuove amicizie in modo semplice facile ed intuitivo, ma anche di lavorare con team, condividendo informazioni, spedendo mail e usando la chat per pianificare o approfondire punti. La notizia uscita nell’ultima settimana che la piattaforma di Social Networking stava avviando un progetto per dotarsi di una vera e propria piattaforma di posta elettronica (facile ipotizzare un dominio @facebook.com) avrà sicuramente messo una pulce nell’orecchio dei sempre attenti amministratori di Google, i quali avranno tirato fuori dal cappello della propria mastodontica corporazione l’idea di trasformare Gmail (che non scordiamoci è già ora perfettamente integrata con tutta una serie di servizi paralleli tutti linkati al profilo Gmail usato dall’utente) in un social network. Nel lungo periodo questo servizio lo vedo perfettamente collocato all’interno del progetto di lungo corso messo su da Google di creare un sistema operativo interfacciato costantemente col web. Sentito il click del meccanismo perfetto che va chiudendosi?

Non mi stupisce affatto che la struttura dei servizi della piattaforma web di Mountain View vada arricchendosi anche di servizi social. Buzz difatti non farà altro che raccordare servizi già presenti (Reader, You Tube, Gtalk, Gmail) con una piattaforma comune.
Il cammino per il futuro è davanti a noi, e la grande G non resterà a guardare mentre il web si reinventa. In fondo non potevamo aspettarci di meno.

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Web 2.0/3.0 e strumenti di comunicazione

Lo ammetto: nonostante le buone intenzioni dei due post precedenti, peraltro molto delazionati nel tempo, non sono riuscito a tenere il ritmo con il blog.

La latitanza però è servita ad osservare il panorama web e valutare gli strumenti messi a disposizione degli utenti per fare comunità. Ricordo ancora gli esperimenti messi su con il Forum dei Kipsta, il forum Diplomacy, i vari blog tematici. Tutti strumenti comodi, belli, capaci di fare comunità qualora ci fosse stata la medesima dose di “partecipazione” in tutti i partecipanti al forum. Il che ci porta allo spinoso problema del partecipare a un “social network” o della partecipazione online in genere. Internet come sovrastruttura si presenta capace non di aggregare un gruppo preesistente (se non in minima parte e comunque con il predominio della partecipazione agli eventi RL (=Real Life) rispetto a quelli “virtuali” per cui le meccaniche del gruppo si spostano online, generando falsi ritorni di coinvolgimento) ma di trovare e aggregare persone che sentono, parlano e si interessano di un dato argomento e che preferibilmente (almeno nelle fasi iniziali) vorrebbero mantenere la distanza virtuale inalterata tra loro, per non lasciare altro filtro comunicativo che il comune strumento di relazione (o social network che dir si voglia).

Per questo se il blog funziona, in quanto risposta all’esigenza di un singolo di comunicare proprie idee su una vetrina pubblica, difficilmente un forum di amici reali ottiene un qualche successo nel breve o nel lungo periodo (qualora l’effetto novità funzioni nel breve periodo). Si prediligerà sempre e comunque altra forma comunicativa a quella del forum (vuoi gli SMS, la telefonata occasionale, la mail circolare) per lasciare poi ai tradizionali luoghi aggregativi (pub, ristoranti, cinema, case di amici/propria) l’onere di sviluppare il rapporto sociale propriamente detto.
In definitiva nella comunità tradizionale, il peso dello sguardo, dei gesti, della voce e delle relazioni strutturate sorte nel tempo la fanno da padrone.

E qui si arriva al problema FB (=Facebook). Sorto come mezzo per ritrovare gli amici persi di vista funziona alla grande, alla grandissima anzi. Possiamo interfacciarci con persone che non vediamo da tempo, raccontarci ed ascoltare i racconti altrui, vedere foto o raccogliere foto di altri con noi dentro provenienti da tempi immemori, ma alla fine il rapporto che strutturiamo era inesistente prima di FB e nella maggior parte dei casi, rimarrà sporadico anche dopo FB. Il problema è che la moda FB esplosa in maniera esponenziale in questo periodo, ha fatto sì che la rete delle amicizie si estenda anche ai rapporti “reali” ossia alle persone che si conoscono e con cui si hanno rapporti quotidiani o quasi. E da lì, secondo me, che nasce il disagio che fa nascere la voglia di “cancellare l’account”.

La relazione vissuta nella RL, subentrando con violenza anche nella vita virtuale di ognuno di noi genera un senso come di soffocamento, di ingerenza, di scoperto che sotto certi profili vizia anche l’esperienza online. Non si esprime più il sentito, ma si scrive la frase che probabilmente genera un ritorno più positivo o che comunque ottiene il risultato voluto. E quella frase sarà oggetto di relazione nel vissuto quotidiano, perchè sarà letta non da qualche lontano e indistinto amico del passato, ma dal collega, dall’amico vicino, quando non anche dal rivale/amico-nemico e genererà effetti immediati.

La vetrina virtuale quindi tenderà a tornare quella che era nata per essere in tempi brevi.

Forse è anche per questo che son tornato al blog.
Che sia iniziato il rollback?

Facebook addiction Song